Con la terza serata, gli artisti in gara hanno superato anche la prova cover. Si sono esibiti i 24 concorrenti accompagnati da altri artisti, eseguendo quelle che sono alcune delle più celebri canzoni del repertorio italiano.
Per quest’anno, Amadeus ha deciso di rendere la serata cover del tutto determinante per la classifica finale, arrivando a fine esibizioni a stilare una nuova classifica generale (sempre provvisoria) da sommare a quelle di Venerdi.
Per questa volta, piuttosto che valutare ogni singolo artista, vogliamo parlare solo dei momenti che a nostro parere sono stati i più importanti:

ROBERTO BENIGNI
Un ospite speciale, da alcuni atteso, da tanti ripudiato. Porta in scena una bellissima analisi del “Cantico dei Cantici”, definito dal premio oscar come il primo testo scritto al mondo. L’applauso a fine monologo non è quello delle grandi occasioni; poche persone in piedi per un omaggio forse “quasi obbligato”. Benigni è Benigni: che piaccia o meno, è storia italiana.
CRISTICCHI-NIGIOTTI
Una delle poche esibizioni che merita un commento. “Ti regalerò una rosa” torna all’Ariston, dopo la vittoria della 57 edizione del Festival. Ottima interpretazione di Nigiotti che fa semplicemente da cornice a un poeta come Cristicchi. Poche scuse: ottima scelta.
SETTE DONNE
Sette microfoni rossi per dire no alla violenza sulle donne. Sul palco dell’Ariston sono salite sette cantanti (Fiorella Mannoia, Laura Pausini, Elisa, Emma Marrone, Giorgia, Alessandra Amoroso, Gianna Nannini) per promuovere il loro evento programmato per Settembre 2020: “Uno nessuno centomila”;
“Ci siamo unite per combattere insieme”, ha detto Elisa. “Ci siamo schierate ancora una volta perché non ne possiamo più. Basta ancora donne vittime, ha precisato la Nannini.
Lo scopo è benefico: tutti i proventi raccolti dal concerto saranno devoluti ai centri anti-violenza.

MIKA
Mika adora l’Italia, l’Italia adora Mika. E’ uno degli ospiti più attesi tra quelli annunciati per questa edizione del festival. Esibizione (puramente live, almeno lui), accompagnato da un coro gospel che fa da cornice ad alcuni dei successi più popolari dell’artista. Breve monologo, leggermente emozionato, e un tributo all Italia con “Amore che viene, amore che vai”